BANDO #CONCILIAMO: WELFARE AZIENDALE PER UNA CORRETTA GESTIONE VITA-LAVORO

28 Novembre 2019
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Studio Necchio

Circolare n.  20 del 28 Novembre 2019

 

In data 30 aprile 2019 con decreto del Ministro per la famiglia e le disabilità si è stabilito lo stanziamento di risorse pari a 94 milioni di euro per la realizzazione di attività, interventi e iniziative finalizzate alla conciliazione del tempo di vita e di lavoro, nonché alla promozione del welfare aziendale, sia a livello statale che regionale.

Al fine di predisporre un avviso pubblico relativo alle risorse era necessario adottare tutte le cautele indispensabili per favorire il finanziamento di progettualità provenienti dal territorio nazionale, coinvolgendo anche i Comuni per quanto riguarda i servizi al singolo cittadino. Allo stesso modo, tali fondi devono essere utilizzati anche per il sostentamento delle politiche a favore della famiglia, della natalità e della genitorialità.

L’impegno delle Regioni è quello di cofinanziare per un importo pari al 20% del finanziamento assegnato, anche tramite la valorizzazione delle risorse umane, di beni e di servizi messi a disposizione dalle stesse per la realizzazione di queste attività (Decreto Ministeriale del Dipartimento per le Politiche della Famiglia del 30 aprile 2019).

In linea con la volontà del Ministero, il 26 agosto 2019 è stato pubblicato il bando “Conciliamo”, che prevedeva la destinazione di 74 milioni di euro per progetti di conciliazione famiglia-lavoro. Tali interventi devono riguardare la promozione di welfare aziendali su misura per migliorare la qualità della vita dei dipendenti e dei lavoratori-genitori.

Il bando permetteva l’accesso solo alle imprese e alle società cooperative che contavano almeno 50 dipendenti a tempo indeterminato presso le sedi site nel territorio nazionale. I requisiti necessari per poter presentare la domanda erano i seguenti:

  • contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 20% del totale dell’importo concesso o con risorse umane, beni e servizi;
  • essere iscritti al registro delle imprese;
  • avere la sede legale in Italia;
  • non avere in pendenza procedure di liquidazione, fallimento, concordato preventivo, amministrazione controllata.

 

Per indirizzare i soggetti verso quei progetti che più probabilmente sarebbero stati accolti sono state delineate delle linee guida, sottolineando la priorità che le iniziative avessero una ricaduta sull’ambiente di lavoro e sull’organizzazione che le attua, improntandole maggiormente su obiettivi sociali, quali:

  • crescita della natalità;
  • riequilibrio tra i carichi di cura tra uomini e donne;
  • incremento dell’occupazione femminile;
  • contrasto dell’abbandono degli anziani;
  • supporto della famiglia in presenza di componenti disabili;
  • tutela della salute.

In linea con queste sfide, a titolo esemplificativo, possono rientrare iniziative tipo:

  • banca del tempo;
  • incremento dei permessi o dei congedi aggiuntivi retribuiti;
  • realizzazione di asili nidi aziendali.

Le iniziative dovevano essere proiettate in un arco temporale di almeno 24 mesi.

Subito dopo la sua pubblicazione, però, il Dipartimento per le politiche della famiglia è intervenuto sospendendo il bando e riservandosi di effettuare una verifica in merito all’individuazione dei soggetti che possono accedervi, in linea con il principio di pari opportunità tra le imprese.

L’8 novembre 2019 è stato pubblicato il nuovo avviso pubblico di “Conciliamo” con le modifiche e specifiche effettuate.

La prima decisione di rilevante importanza è stata quella di ampliare la platea di beneficiari, aprendo la possibilità di presentare domanda anche alle imprese che non arrivavano ai 50 dipendenti. Ad oggi quindi, i soggetti interessati sono:

  • tutte le imprese aventi sede legale o unità operative in Italia;
  • i consorzi e i gruppi di società collegate o controllate;
  • tali soggetti possono parteciparvi anche in forma associata come: associazioni temporanee di scopo (ATS), contratti di rete o associazione temporanea d’impresa (ATI).

 

La seconda importante modifica è stata l’introduzione di un sistema a scaglioni in base all’organico aziendale e ai ricavi relativi all’ultimo esercizio contabile relativamente agli importi da poter richiedere a titolo di finanziamento:

  • tra 15.000 e 50.000 euro per le microimprese con meno di 10 dipendenti e i cui ricavi siano uguali o inferiori ai 2 milioni di euro. La percentuale di cofinanziamento per il soggetto proponente deve essere pari ad almeno il 10% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi;
  • tra 30.000 e 100.000 euro per le piccole imprese con meno di 50 dipendenti e i cui ricavi siano uguali o inferiori a 10 milioni di euro. La percentuale di cofinanziamento per il soggetto proponente deve essere pari ad almeno il 15% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi;
  • tra 100.000 e 300.000 euro per le medie imprese con un numero di dipendenti da 50 a 250 unità e i cui ricavi siano uguali o inferiori a 50 milioni di euro. La percentuale di cofinanziamento per il soggetto proponente deve essere pari ad almeno il 20% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi;
  • tra 250.000 e 1.500.000 euro per le grandi imprese con più di 250 dipendenti e i cui ricavi siano superiori a 50 milioni di euro. La percentuale di cofinanziamento per il soggetto proponente deve essere pari ad almeno il 30% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi.

 

Qualora l’impresa ritenga di avere tutti i requisiti richiesti, potrà procedere con la presentazione della domanda entro le ore 12:00 del 18 dicembre 2019, inviandola via PEC all’indirizzo conciliamo@pec.governo.it intestata al soggetto proponente o al capofila per i soggetti collettivi. Nell’oggetto della mail dovrà essere indicato il codice “AC2019” e la denominazione del soggetto proponente. Devono essere redatte utilizzando il modello n.1 reperibile nel portale istituzionale del Governo.

Ai fini del corretto invio della richiesta, devono essere allegati anche i seguenti documenti:

  • piano finanziario redatto utilizzando il modello n.2;
  • patto di integrità, modello n.3;
  • dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà;
  • copia dell’atto costitutivo o dello statuto del proponente;
  • relazione sulle attività in materia di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro svolte negli ultimi due anni o una dichiarazione di non aver mai intrapreso azioni di welfare;
  • bilancio dell’ultimo esercizio finanziario.

 

Non possono essere presentate più domande dallo stesso soggetto individuale.

 

È possibile richiedere eventuali proroghe purché la richiesta sia presentata entro il 60° giorno antecedente il termine stabilito per la conclusione del progetto.

 

Lo Studio rimane a disposizione per ogni altro chiarimento in merito.

 

Fonti: Informativa SEAC n° 380 21 novembre 2019, Decreto Ministeriale del Dipartimento per le Politiche della Famiglia del 30 aprile 2019, www.ecnews.it edizione di giovedì 21 novembre 2019

 

 

 

Circolare n. 20 del 28 novembre 2019

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